Review: Pufuleti – Catarsi Aiwa Maxibon (Legno, La Tempesta)

È uscito da quasi un mese il disco di Pufuleti, ma da quando è uscito, 6 Marzo, ad oggi in Italia e nel mondo è successo di tutto. Stiamo cercando di riordinare le idee e intanto recuperare tanta musica da ascoltare in queste settimane di lockdown forzato.

Tra le uscite più interessanti del mese scorso c’è sicuramente questo disco di Pufuleti, pubblicato da Legno e La Tempesta. È il suo secondo disco sulla carta, dopo il già leggendario Tumbulata, ma chissà quante altre rime hanno preceduto questi 11 pezzi. Ne parliamo con Filippo Pennacchio che ha recensito questo lavoro per noi. Buona lettura e buon ascolto.

Review by Filippo Pennacchio.

A leggere recensioni e articoli sparsi in rete, sembra proprio che di Pufuleti non si possa parlare senza tirare in ballo la sua storia personale. La raccontano tutti – ma tanto vale ripeterla. Nato in provincia di Agrigento, ancora bambino emigra in Germania, dove più tardi si fa conoscere come Joe Space rappando in tedesco; di recente, decide invece di iniziare a fare musica in italiano – che però è un italiano tutto rotto e storto, risultato inevitabile del va-e-vieni fra lingue e immaginari diversi.

Non so – detto questo – quanto tutto ciò aiuti a spiegare la sua musica, almeno quella contenuta in Catarsi Aiwa Maxibon, il suo secondo disco da poco uscito per La Tempesta e Legno. L’impressione, del resto, è che nei suoi venti minuti scarsi ci siano molte più idee (e molte più storie, in un certo senso) di quelle ricavabili da due-tre righe di biografia.

In effetti, se in Tumbulata (il suo primo disco in italiano) le coordinate erano quelle di un rap tutto sommato minimale, qui le cose stanno in modo diverso, anzitutto per via del lavoro sulle basi fatto dai beatmaker del collettivo COTA. Di fondo, tutto gira intorno a beat ovattati, a cui si aggiungono suoni a volte quasi industrial (Dux Tufo e Cam possono ricordare i clipping.), a volte, come in Super Play-Doh, vagamente jazz (ma con un po’ di sforzo, ogni tanto può sembrare di sentire i Boards of Canada). E poi ci sono campionamenti dalle fonti più diverse – in sottofondo si possono anche intuire frammenti di conversazioni in dialetto siciliano. Il tutto virato alla bassa fedeltà, a un’estetica che oggi piace definire new weird (la stessa, probabilmente, dei video che Pufuleti si autoproduce).

‘Sopra’ questo tappeto, un rap a tratti disteso, a tratti aggressivo, quasi sempre costruito a partire da rime serratissime e da testi che sfiorano il nonsense, mandando in cortocircuito immagini surreali, riferimenti bassi o bassissimi e provocazioni più o meno esplicite. In Post piscina 99, per dire, si cita la pubblicità del gelato Valsoia e si allude a “notti magiche / sull’Eminflex stabile” – ma “Marche” e “Varese” fanno rima con “Sieg Heil in Sicilia nelle chiese”.

Insomma, da una parte suoni ricercati, dall’altra un rap apparentemente istintivo e immediato, forse persino ‘emotivo’ (ma non per questo scontato o facile da assimilare).

Se dovessi trovare un paragone, direi che è come se i cLOUDDEAD avessero attraversato lo stretto di Messina per essere riportati con i piedi per terra, o meglio, per essere presi a tumpulati. Ma i paragoni – si sa – valgono quel che valgono. E d’altra parte ho il sospetto che a Pufuleti non convincerebbero più di tanto. In fondo, ciò che a chi lo ascolta può apparire il frutto di chissà quale ricerca per lui è probabilmente solo il modo più naturale di fare musica.

Catarsi Aiwa Maxi Bon può essere acquistato su legno.org e shop.latempesta.org (sold out)

Segui Pufuleti su IG: @finilamiserie

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